Nell’alta Valle Aterno, a nord-ovest dell’Aquila c’è Pizzoli: un ridente e turistico paese di Montagna, situato a 740 s.l.m. dove attualmente risiedono circa 3.300 abitanti.
Le origini del Paese sono antiche; sorge infatti vicino ai resti della antica città romana di Amiternum e probabilmente ne era un sobborgo, come hanno dimostrato molte scoperte epigrafe.
Da sempre, per le sue caratteristiche geo-morfologiche, il nostro territorio è stato considerato terra di confine. Prima come terra di migrazioni delle popolazioni picene poi in epoca pre-romana divenne terra di confine tra i Sabini e i Vestini; seguì le sorti della città di Amiternum identificata in epoca augustea come IV Regio “Sabina e Sannio”, sede di Prefettura.
Sul suo territorio si distribuirono molti vici (e ville) che dopo la decadenza romana e per tutto l’alto medioevo subirono un progressivo abbandono. In questo periodo fece parte del patrimonio dell’Abbazia di Farfa e delle diocesi prima Amiternina poi Reatina. Tra i centri abitati si ha notizia nel VI secolo, in località San Lorenzo, intorno alla personalità di Sant’Equizio di una comunità premonastico che si consolidò in nucleo abitato nonostante le incursioni saracene e la dominazione Longobarda.
Nel 1185 “Castrum Piczolum” appartenne a Vetulo Gentile, insieme a San Vittorino e Rocca di Corno. Nel Medio Evo, Pizzoli (Castrum Piczoli), castello del Contado dell’Aquila, ha partecipato alla fondazione della città dell’Aquila ed in particolare al quartiere di San Pietro costruendo nel tempo la Chiesa di San Lorenzo. Quando all’inizio del XVI secolo L’Aquila si ribellò a Carlo V, Pizzoli, su ordine del re, venne messa sotto il controllo di Francesco Aldana (1533) e più tardi di Giovanni De Felicis, successivamente di Pietro Gonzales, di Alfonso Basurto, e di Dianora di Nocera che, nel 1575, lo vendette a Ferrante de Torres, i cui discendenti lo tennero finché il feudalesimo fu abolito nel 1809.
L’episodio più calamitoso fu il terremoto del 1703: il suo patrimonio edilizio fu quasi completamente raso al suolo (anche perché era composto da edilizia povera e di poca consistenza), vi perirono molti dei suoi abitanti, sin aprirono tre fenditure nel terreno.Per la sua vicinanza all’Aquila vi si stanziarono da sempre truppe di passaggio non ultimi i Francesi nell’Ottocento ed i Tedeschi nell’ultima guerra (stanziarono il loro comando nel castello De Torres).
Oggi il 50% del territorio comunale di Pizzoli fa parte delParco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga ed appartiene allaComunità Montana “Amiternina”.
Il Comune di Pizzoli, comprende l’abitato propriamente detto con i seguenti rioni: Villa Re (Caerè), Villa Perilli (Caepiriglju), Villa Toppo (Caetoppu), Villa Ospedale (La Illa), Castellina (Castillina), Villa S.Pietro (Santu Petri) e Villa Mazza (Caemazza); Marruci, anch’esso con i suoi rioni (Vallicella, Colle, Santa Maria, Frattale, Collemusino, San Lorenzo); Cavallari e Cermone.