Questo itinerario interessa il capoluogo regionale, L’Aquila, con le sue innumerevoli frazioni dislocate in un vasto territorio che lambisce la vetta più alta degli appennini: il Gran Sasso d’Italia. La Città rappresenta un importante centro culturale per l’Abruzzo, infatti è spesso sede di manifestazioni ed eventi di vario genere.
Questo itinerario permette di visitare alcuni dei simboli della Città recentemente restaurati e aperti al pubblico. Per altri monumenti i lavori di restauro sono in via di ultimazione, ma vale comunque la pena ammirare la loro bellezza e maestosità, anche se solo per la parte esterna. I monumenti segnalati possono essere visitati nell’ordine che si preferisce.
La città conta attualmente 69.753 abitanti e risulta ubicata in una conca, a ridosso del fiume Aterno e a valle del massiccio del Gran Sasso, a una altitudine di 721 m s.l.m. La nascita della città è attestata in due lettere risalenti al 1229, scritte e inviate da Papa Gregorio IX che concede l’autorizzazione a edificare la nuova città nella località di “Acculi” o “Aquili”. Corrado IV nel 1254 approva la fondazione della città de L’Aquila. Manfredi nel 1259 ordina di punire, radendola al suolo, la città, colpevole di essere rimasta fedele alla Chiesa nella contesa tra papato e impero. Sarà riedificata, a opera di Carlo I d’Angiò, solo nel 1266. Un monumento comune venne realizzato e ampliato nei secoli successivi a ricordo della fondazione: la Fontana delle 99 Cannelle, su progetto dell’architetto Tancredi da Pentima nel 1272 che avrebbe dovuto rappresentare, secondo la tradizione, i 99 castelli che parteciparono alla fondazione della città.
Durante il conflitto tra angioini e aragonesi venne presa d’assedio dal famoso condottiero mercenario Fortebraccio da Montone, assoldato dagli aragonesi, ma ne uscì vincente. Da questo momento la città prosperò per i suoi commerci, specialmente quello della lana, estendendo le proprie relazioni fino a Firenze, Genova e Venezia e, ancora oltre, in Francia, Paesi Bassi e Germania, diventando in breve tempo la città più importante del Regno dopo Napoli.
In questo tempo la città fu famosa anche per la prolungata dimora di tre grandi santi francescani: San Bernardino da Siena, San Giovanni da Capestrano e San Giacomo della Marca. Alla morte di San Bernardino, avvenuta il 20 maggio 1444 proprio a L’Aquila, la cittadinanza chiese e ottenne da papa Eugenio IV il permesso di custodirne le spoglie. Venne così edificata la monumentale basilica di San Bernardino.
Nel 1703, il terremoto colpì la città e d ella chiesa di San Bernardino rimasero in piedi solo il coro, la facciata e le mura laterali. Le chiese di San Filippo, la Cattedrale di San Massimo, San Francesco, Sant’Agostino e tutti i palazzi della città furono danneggiati. La ricostruzione avvenne secondo lo stile dell’epoca, il barocco. A questo periodo risale la costruzione della Chiesa delle Anime Sante e degli interni delle basiliche di San Bernardino e Santa Maria di Collemaggio. Dall’Unità d’Italia la città divenne capoluogo della regione degli Abruzzi mantenendo il suo antico nome Aquila. Durante il periodo fascista la città muta il suo nome in quello attuale: L’Aquila.
Visitare L’Aquila nei giorni del 28 e 29 agosto dà la possibilità di assistere e partecipare alla Perdonanza di Celestino V. Il 29 agosto 1294, per placare le ambizioni di molti, viene eletto al soglio pontificio il monaco eremita Pietro da Morrone. In quell’anno il Papa molisano emette la famosa Bolla del Perdono, ovvero un documento che attesta che, ogni anno, quanti – confessati e sinceramente pentiti – avessero visitato devotamente la basilica di Collemaggio, dai vespri del 28 agosto fino ai vespri del giorno 29, festa di san Giovanni Battista, avrebbero ricevuto contemporaneamente la remissione dei peccati e l’assoluzione dalla pena. Da allora, in questa data, nella città si festeggia la Perdonanza. Varie le manifestazioni culturali e festose che si alternano nella città fin dai giorni precedenti, mentre il 28 agosto la Bolla di Celestino viene accompagnata nella Basilica di Collemaggio con un solenne corteo di carattere storico e religioso. Di lì inizia la veglia di preghiera e la possibilità di ottenere l’indulgenza plenaria fino al pomeriggio del giorno successivo.
Benché la celebrazione della Perdonanza sia la ricorrenza festiva e religiosa più importante della città, va ricordato anche il Santo Patrono de L’Aquila, San Massimo d’Aveia, insieme ai compatroni San Pietro di Morrone (papa Celestino V, 19 maggio), San Bernardino da Siena (20 maggio) e Sant’Equizio (12 agosto). Per festeggiare il proprio Patrono a L’aquila il 10 giugno, oltre alle celebrazioni religiose viene allestita una grande fiera. Il 20 maggio San Bernardino è ricordato con una grande celebrazione liturgica e con l’apertura della casa in cui visse.
Tappe:
- Amiternum (Fraz. San Vittorino) III a.C.-XIII d.C., antica città italica dei Sabini, le cui rovine sorgono nei pressi della attuale frazione di San Vittorino, a circa 10 km a nord-est de L’Aquila;
- Basilica di Collemaggio XIII-XIV d.C, simbolo de L’Aquila, sorge fuori l’abitato, presso un precedente edificio dedicato a Santa Maria dell’Assunzione, oggetto di venerazione per la presenza di un’immagine della Madonna, ritenuta miracolosa;
- Basilica di San Bernardino da Siena XV d.C. La basilica, a croce latina, con tre navate sulle quali si aprono cappelle laterali a cupole ottagonali, fu iniziata nel 1454, su iniziativa di un prete francescano per onorare la memoria del santo morto e canonizzato a L’Aquila nel XV secolo;
- Chiesa delle Anime Sante – Santa Maria del Suffragio XVIII d.C. Tutto il repertorio pittorico e scultoreo, unitamente alle eleganti soluzioni architettoniche, rendono questa chiesa il capolavoro indiscusso del Settecento aquilano;
- Chiesa di Santa Giusta di Bazzano (intramoenia) XIII-XV d.C costituisce uno degli edifici simbolo della città de L’Aquila. All’interno della chiesa, sotto l’altare Maggiore, si conservano tuttora le reliquie di Santa Giusta e parte di quelle di San Giacomo. Al centro della cornice superiore si staglia un pregevole rosone decorato con dodici figure umane; questo costituisce uno degli esempi più belli dei rosoni delle chiese de L’Aquila;
- Chiesa Santa Giusta di Bazzano (fraz. Bazzano) IX-XIII dC, ubicata nel centro storico del paese di Bazzano è una delle più antiche della Diocesi. Sorta sul luogo dove la leggenda vuole fosse stata martirizzata, nel III secolo, la giovane Santa Giusta e tutti i suoi parenti. Lla presenza di elementi lapidei romani, altomedievali e romanici e le volte di copertura la rendono un luogo incantevole e mistico che riporta a memoria i primi cristiani. La facciata datata 1238 è un capolavoro dell’architettura romanica abruzzese;
- Duomo de L’Aquila XIV d.C, noto anche come cattedrale dei SS. Massimo e Giorgio. Il complesso episcopale, risalente nel suo impianto originario alla metà del XIII secolo, si articola in impianto a croce latina a tre navate, transetto ed abside;
- Forte Spagnolo XV-XVI d.C, meglio noto come il castello, costituisce un particolarissimo esempio di architettura militare cinquecentesca. La struttura fortificata, collocata in uno dei punti più alti della città, sorse, con molta probabilità, su una precedente fortezza dei primi del XV secolo. L’edificio, a pianta quadrata, ospita un cortile interno circondato da quattro grandi bastioni angolari;
- Munda/Museo Nazionale d’Abruzzo XIX d.C.. Le opere sono esposte con un criterio tematico: Le antiche civiltà degli Abruzzi, Le Madonne d’Abruzzo e le eleganti Vergini Angioine, le opere del periodo gotico e rinascimentale, la bottega aquilana da Silvestro a Saturnino, le opere legate a San Francesco in Abruzzo, dal Rinascimento alla Maniera e, infine, dal Naturalismo al Barocco;
- Porta Leoni e Mura civiche XIII-XIV d.C. L’Aquila ancora oggi conserva buona parte del tracciato murario medievale, che si snodava per circa 4 km. Il perimetro, lungo il quale si aprivano 12 porte ed erano presenti 86 torri, recintava uno spazio enorme, mai interamente occupato dalle abitazioni;
- San Michele e Catacombe (Fraz. San Vittorino) III-XII d.C. Le prime notizie relative ad una “ecclesia sancti Vittorini”, risalgono al 763 e, nonostante l’edificio attualmente conservato sia di epoca successiva, esso conserva numerosi frammenti scultorei riconducibili al suo impianto originario, databili tra VIII e IX secolo. La sepoltura del martire localizzata all’interno delle catacombe omonime risale probabilemnte alla fine del III secolo, come hanno dimostrato anche le recenti indagini archeologiche promosse dalla Pontificia Commissione di Archeologia Sacra.
tratto da Un viaggio nella storia d’Abruzzo